
Sono passati un paio d'anni dal mio incontro con i Giardini di Mirò, avvenuto al The Cage di Livorno. Fu un approccio devastante. Amore a primo ascolto. Schegge di suoni colorati, esplosioni di rumore, e delicatezza avvolgente. Mi ricordarono i cari e vecchi Marlene Kuntz, per certi versi. Dopo due anni ho assorbito a fondo i loro dischi (anche l'ultimo, Dividing Opinions, che come dice il titolo divide nettamente tra chi li ama e chi li odia), e in generale sono entrato con forza nel mondo della musica post-rock. Ritrovarmeli davanti, in una Flog stracolma di gente, mi fa uno strano effetto. Non sono più così magnetici come la prima volta, molto più precisi e contenuti, quasi dimessi nel dipingere psichedelia rumorosa, però continuano a trasmettere una forte corrente emotiva, che tocca profondamente l'ascoltatore. Melodie più semplici e immediate, meno spazio a divagazioni strumentali, decisamente meno sperimentali ma più terreni, sempre più lontani dal post-rock e più vicini al rock indipendente, i Giardini di Mirò sono decisamente diventati una delle maggiori realtà italiane nel rock alternativo, e la massa di pubblico, decisamente entusiasta, di ieri sera, ne è la riprova. Una coda lunghissima per comprare il loro cd, decine di persone a chiedere autografi...per molti devono essere stati quella scintilla che fece effetto su di me due anni fa...
D'altronde le interviste e il video su Mtv, le copertine dei giornali musicali, le radio che trasmettono spesso il bellissimo singolo Broken by devono aver incuriosito molti. Nel caso dei Giardini di Mirò, credo che sia un'attenzione che si sono decisamente meritati. Il concerto, intenso e trascinante, anche se non certo sconvolgente, ne è stata la dimostrazione.
Nessun commento:
Posta un commento