

I Porcupine Tree invece sono il lato cerebrale del concerto, e la nuova anima della band perfettamente si amalgama alla precisione maniacale dei loro suoni, agli intrecci calcolati dei loro arrangiamenti, alle canzoni sempre più spesso ultrastrutturate, e dal sapore ultramoderno. I Porcupine Tree giocano su atmosfere fosche e misteriose, non intimi attimi di vita vissuta bensì ragionate metafore della società contemporanea, che con distacco e freddezza riescono a dipingere, tra le maglie fitte del loro rock progressivo. Coadiuvati da proiezioni da viaggio acido, perennemente sospese sul baratro della sanità mentale, la band propone due ore di musica per la mente, che trova il suo apice nella bellissima Anesthetize, canzone simbolo dell'attuale poetica della band, con i suoi tre movimenti dall'atmosfera perennemente malinconica, ma a tratti opprimente e devastante come un ingranaggio impazzito, a tratti nostalgica e dolce come un vecchio ricordo. Indimenticabile.
Nessun commento:
Posta un commento