martedì, dicembre 18, 2007

Concerto Porcupine Tree + Anathema

Due anni e mezzo dopo, Porcupine Tree e Anathema coindividono ancora lo stesso palco. Questa volta è quello dell'Alcatraz, inspiegabilmente spezzato in due (nonostante la grande affluenza di pubblico). Nonostante la mancanza di spazio, la musica delle due band riesce a creare un non-luogo mentale nel quale viene esaltata la nostra solitudine, lasciando un senso di serenità e liberazione. I 50 minuti affidati agli Anathema sono martoriati da suoni orribili ma le melodie fantastiche dell'iniziale Fragile Dreams, e delle conclusive One Last Goodbye e Flying riescono ad emozionare comunque. Vincent Cavanagh viene trascinato dalla sua stessa musica e il calore dell'esibizione non cala quando la band presenta tre nuovi pezzi, che preannunciano un doppio disco davvero interessante. Imprecisi e fisici, e proprio per questo emotivi e sinceri.



I Porcupine Tree invece sono il lato cerebrale del concerto, e la nuova anima della band perfettamente si amalgama alla precisione maniacale dei loro suoni, agli intrecci calcolati dei loro arrangiamenti, alle canzoni sempre più spesso ultrastrutturate, e dal sapore ultramoderno. I Porcupine Tree giocano su atmosfere fosche e misteriose, non intimi attimi di vita vissuta bensì ragionate metafore della società contemporanea, che con distacco e freddezza riescono a dipingere, tra le maglie fitte del loro rock progressivo. Coadiuvati da proiezioni da viaggio acido, perennemente sospese sul baratro della sanità mentale, la band propone due ore di musica per la mente, che trova il suo apice nella bellissima Anesthetize, canzone simbolo dell'attuale poetica della band, con i suoi tre movimenti dall'atmosfera perennemente malinconica, ma a tratti opprimente e devastante come un ingranaggio impazzito, a tratti nostalgica e dolce come un vecchio ricordo. Indimenticabile.

Nessun commento: