lunedì, giugno 01, 2009

Concerto God is an Astronaut


Caldo. Questo è quello che non dimenticherò mai di questo concerto. I tre irlandesi arrivano a Pisa in quel buco del Caracol, noto, anche in inverno, per le temperature tropicali. Ma a fine maggio la situazione rasenta il drammatico. Mi dispiace parlar male di un locale che propone buoni concerti (per lo più acustici) e che si è ritrovato a dover ospitare un concerto come questo quasi a sorpresa, a causa dei problemi de La Centrale. Ma questo non giustifica la totale assenza di ossigeno (porte e finestre sprangate per evitare che i vicini fossero disturbati dalla musica) che ha reso il concerto una vera e propria sauna. Per fortuna la musica ha risollevato la serata.
I God is an Astronaut suonano bene e si dimostrano più trascinanti ed emotivi che su disco. La loro musica la conosco solo superficialmente anche perchè nella selva di gruppi post rock non sono mai stati tra i miei preferiti. Però dal vivo, nonostante alcuni passaggi un pò troppo standard, si dimostrano molto interessanti per la loro capacità di creare canzoni (si, niente suite chilometriche) lineari e scorrevoli, che abbinanoun ottimo groove alle classiche atmosfere malinconiche. La musica è evocativa e coinvolgente, e gli ottimi suoni contribuiscono ad amplificarne il fascino, che raggiunge vette eccelse durante alcune esplosioni pesanti (From Dust to the Beyond mi ha davvero stregato). I bellissimi video proiettati alle loro spalle sono la ciliegina sulla torta. Alla fine rimango soddisfatto per un buon concerto di un gruppo che certamente non mi farà saltare dalla sedia per la sorpresa ma che si dimostra un ascolto molto piacevole. Poca creatività ma non per questo la loro musica risulta banale e noiosa. E certamente il clima tropicale, piuttosto insolito in abbinamento a musica spaziale come questa, allontanerà il ricordo di questa serata dai binari della banalità quotidiana.

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