lunedì, febbraio 26, 2007

Concerto Blackfield


Questo concerto non poteva cadere in un momento migliore. Per più di un anno ho ascoltato e riascoltato il breve, ma infinitamente intenso, disco con il quale i Blackfield di Steven Wilson e Aviv Geffen hanno aperto la loro carriera. Semplici canzoni pop dall'atmosfera dolcemente malinconica, arrangiate con cura e precisione, con brillante pulizia per ogni nota di pianoforte, per ogni accordo di chitarra, per ogni intreccio di voci. Un piccolo capolavoro. Così all'Alcatraz (dopo aver attraversato una Milano surrealmente deserta per il blocco del traffico) è stato molto emozionante sentire gemme come Open Mind, Hello, The Hole in Me, Cloudy Now... accompagnate da canzoni del nuovo disco, che avevo ascoltato una sola volta per non rovinarmi la sorpresa, che così è stata davvero abbagliante. I pezzi nuovi dal vivo mi hanno colpito molto (così come lo stupendo riarrangiamento solo piano-voce di Thank You di Alanis Morissette), come i fumi colorati che si componevano e scomponevano dietro ai musicisti visibilmente emozionati e partecipi della musica che scivolava nell'aria. Il tutto con semplicità e infinita ricercatezza, al tempo stesso. Senza la pretesa di inventare nulla, ma solo di lasciare nella mente il ricordo di profonde emozioni.

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