
Una spirale. Un incubo. Una delirante caduta. Forse verso l'alto. Ogni dimensione spazio-tempo è rovesciata, distorta, fino all'annullamento. E questo annullamento causa tensione, angoscia, claustrofobia, in modo immediato e tangibile. Sguardi perversi, ghigni angoscianti, sporcizia e violenza, sesso e dolore lancinante, dritti alle palle, non più al cervello.
Inland Empire è un film di Lynch, semplicemente. Un film destabilizzante, sconvolgente, estremo. Come una storia di Kafka. Scale che si ripetono, personaggi surreali del passato riflessi nel futuro, buio opprimente e luce abbagliante, e una sensazione di allucinata normalità. La vita non viene osservata dall'esterno, capita, analizzata, razionalizzata, viene vissuta, assorbita, ingoiata. Perchè la vita è nella mente.
Chi ha vissuto un incubo può capire
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