giovedì, marzo 13, 2008

Concerto The Mars Volta


Prolissi, autoindulgenti, perennemente eccessivi ed esagerati. Come un trip acido ogni sensazione viene amplificata all’estremo, oltre ogni limite consentito dalla norma. Tempeste di suoni, ora velocissimi e iperenergici, ora soffici e ipnotici, in certi frangenti trascinanti e ballabili, in altri annichilenti e spossanti. Un concerto come quello dei Mars Volta è un’esperienza rara nel 2008, e fa piacere trovarsi immersi in questa foresta di note, assaporando la genuinità e il fanciullesco desiderio di suonare, divertendosi. Anarchia, per certi versi. Quando la band rientra tra i binari (si fa per dire) c’è un’energia devastante che straripa, e presto ci sommerge completamente, facendoci perdere la cognizione spazio temporale grazie a continue dilatazioni e variazioni. Quasi tre ore di musica, non perfetta e sconvolgente come nel 2005, con suoni non all’altezza delle qualità del gruppo, con un nuovo batterista più pesante e forse un po’ meno carico di groove, però tre ore da tramandare. Perché in pochi hanno il coraggio di divertirsi a suonare, in completa libertà, riuscendo a trasmettere questa energia positiva al pubblico. Applausi

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