Ignaro della sua musica, mi inoltro tra le note di Scott Henderson, che con il suo blues delirante cattura una notevole quantità di persone, accorse per l'occasione al Borderline. Un'ora e quarantacinque minuti di assoli graffianti e infuocati, dapprima decisamente vicini alla fusion acida, poi più tranquillamente adagiati su un blues potente ed energico. La prima parte della show, deviata e dissonante, mi rapisce e mi annichilisce. Dal basso della mia ignoranza sento tanto jazz-rock brucia-neuroni nella sua musica, e più di una volta mi vengono in mente artisti come Adrian Belew e la Mahavishnu Orchestra. Ma l'importante non è analizzare questa colata lavica di note (anche perchè non ne sarei minimamente in grado), bensì lasciarsi intrappolare e stuprare da tanta agilità compositiva. La seconda metà del concerto è più (per i miei gusti direi un pò troppo) terrena, nonostante sia comunque avvinciente. Ma il ricordo di quella prima ora mi obbliga a entrare dentro questo labirinto musicale, da me mai esplorato.
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