lunedì, dicembre 21, 2009

New Millennium: my 2002

Siamo alla fine del decennio, così raccolgo alcune idee e impressioni sui dischi che ritengo fondamentali e imprescindibili, tra quelli usciti negli anni 00.
Ancora molto devo approfondire e conoscere, questa è un'istantanea di fine 2009 di quello che, passando dal mio stereo, ha raggiunto finora il mio cervello e il mio cuore, e ha lasciato segni profondi.
(l'ordine di presentazione dei dischi è alfabetico...non è una classifica)
Anno 2002

Sigur Ros - ( )
Poesia. Un flusso bianco intenso come una pesante nevicata. Una tempesta di emozioni, per uno dei dischi più commoventi che abbia avuto la fortuna di ascoltare. Un flusso a cavallo tra il silenzio e il rumore, nel quale appaiono melodie dolci e malinconiche. Musica che racconta storie di posti a noi lontani, in una lingua che non esiste, ma che riesce davvero a parlare al nostro Io più profondo. Indescrivibile la rilettura del post rock operata da questa band islandese, incredibilmente calda e "settantiana", apparentemente caratterizzata solo da atmosfere affascinanti, in realtà molto più intensa di quel che appare.
Opeth - Deliverance
Erroneamente considerato un disco minore, Deliverance è invece l’imperdibile lato oscuro di Damnation. Un disco pesante e violento, che in certi passaggi richiama perfino i Morbid Angel, senza mai perdere di vista le atmosfere nebbiose che hanno resa famosa la band. Deliverance regala alcuni degli episodi più riusciti della carriera della band svedese, come la strepitosa A Fair Judgement, ballata prog emotivamente commovente, e la strepitosa Deliverance, un death metal progressivo che entra senza dubbio tra le migliori canzoni mai composte dagli Opeth, soprattutto grazie al finale schiacciasassi.
Dredg - El Cielo
Melodie malinconiche ma dolcemente solari, a metà tra rock alternativo, post rock e rock progressivo. Un gioiellino che porta la pace interiore nell'ascoltatore. Chitarre liquide e voce angelica, per canzoni strutturate come scale mobili, continuamente in movimento.




Porcupine Tree - In Absentia
La proposta musicale della band si è spinta decisamente verso lidi prog metal (grazie anche all'arrivo del batterista Gavin Harrison, più potente e "quadrato" di Maitland). Riff granitici in bilico tra hard rock e metal aprono le danze nella bellissima Blackest Eyes, canzone che non avrebbe sfigurato nei migliori dischi degli Opeth, e continuano a colpire in varie occasioni, mostrando anche la passione di Wilson per la musica pesante del nuovo millennio, Tool in testa. Per certi versi riallacciandosi alle recenti produzioni dei King Crimson, orientate verso l'energia compatta del metal moderno, i Porcupine Tree cercano di alzare i volumi, per dare scariche elettriche di energia. Ma la melodia non manca certamente in questo disco, ma anzi è la vera chiave di volta, grazie anche al solito studio maniacale degli arrangiamenti, sempre particolari e brillanti, per arrichire ritornelli orecchiabili di scuola Beatles e passaggi psichedelici. Emblematica, ad esempio, la stupenda Heartattack in a Layby, caratterizzata da un intensissimo intreccio di voci, oppure la solare e avvolgente Trains, guidata dalla chitarra acustica. Un disco malinconico con un'atmosfera davvero unica, da molti fans considerato uno dei dischi più riusciti.
Dillinger Escape Plan - Irony is a Dead Scene
E' solo un ep. Ma in 4 canzoni riescono a convogliare tutta la follia e l'energia straripante che i System of a Down non avranno mai. La voce di Mike Patton è strepitosa, e rende questo dischetto davvero imperdibile





35007 - Liquid
Gli olandesi tirano fuori un disco space rock psichedelico davvero straordinario. Diventati strumentali dopo l'abbandono del cantante (gran voce, tra l'altro!) la band diminuisce la dose di stoner rock in favore di una psichedelia ancor più dilatata. Un viaggio tra i flutti dell'oceano, ora calmi e rilassanti, ora potentissimi e trascinanti.



Meshuggah - Nothing
I ritmi meccanici e opprimenti della società tecnologica trovano rappresentazione perfetta in questo capolavoro di alienazione. Marziale, apocalittico, devastante, Nothing è il disco più pesante degli svedesi. Il ritmo rallenta, e i macigni ci cadono addosso da ogni direzione. Qualche assolo acidissimo richiama alla mente i migliori King Crimson...



Isis - Oceanic
Gli Isis intraprendono una strada personale distaccandosi dai maestri Neurosis, alleggerendo la loro musica con una gran quantità di arpeggi di derivazione post rock e strutturando le canzoni in maniera più complessa. Un disco acquatico (come Liquid dei 35007), pulsante, vivo.



Today is the Day - Sadness Will Prevail
Difficile descrivere il dolore che esprime questo disco. Insieme a Things Viral dei Khanate è probabilmente una delle cose più perverse che abbia mai ascoltato. E’ uno di quei dischi che faccio fatica ad ascoltare se non sono nello stato mentale adatto. Suoni zanzarosi e iper compressi, dissonanze come se piovesse (pioggia acida ovviamente), voci filtrate che stridono. Non si può descrivere un delirio di questo livello, bisogna lasciarsi strappare la carne da una delle opere più sporche mai concepite, e forse per questo più catartiche.
Dream Theater - Six Degrees of Inner Turbulence
I Dream Theater si sono guardati intorno e hanno assorbito le idee più interessanti di questo inizio millennio. Il loro progressive rock ultratecnico sviluppa, in un disco molto lungo e non del tutto a fuoco (soprattutto nella seconda parte), un’ interessante ibridazione con il rock alternativo. Non sempre maturo e originale, è comunque un ottimo lavoro, con un primo disco straordinario, che raggiunge la vetta con la bellissima Disappear, malinconica ballata che di fatto mette fine alla carriera dei Dream Theater, che da qui in poi calerà a picco.
Queens of the Stone Age - Song for the Deaf
Puro e semplice rock n' roll. Ma incredibilmente fresco e nuovo. Melodicamente impeccabile, abbina ritmi energici e travolgenti (Dave Grohl alla batteria) con riff di matrice stoner rock (Josh Homme alla chitarra) e aperture melodiche sottilmente psichedeliche. Mark Lanegan come ospite è una garanzia. Energia pura.



Tarantula Hawk - untitled
Un viaggio strumentale che ci porta a lambire i confini del kraut rock psichedelico della Germania degli anni 70, ma con mezzi moderni. Un magma di tastiere cariche di effetti, scricchiolii chitarristici e droni cosmici, per un risultato tra i più originali e stordenti di inizio millennio.




Peter Gabriel - Up
Delicato e ricco di fascino, Up è un disco che sembra uscito dagli anni 80, ma dopo aver assorbito i suoni e le atmosfere di fine anni 90. Elettronica a gocce, melodie pop ricercatissime e quasi sempre riuscite, arrangiamenti sopraffini e mai banali. La voce di Gabriel è pura poesia, ed è la vera forza di un disco che alterna ombra e luce, tensione e rilassatezza, dolore e piacere, il tutto in maniera estremamente coinvolgente.


Godspeed You! Black Emperor - Yanqui U.X.O.
Per molti è il disco meno interesante della band canadese. A me è quello che piace maggiormente. Il loro post rock dilatatissimo si avvicina a certa musica cosmica e rock progressivo, creando un'atmosfera davvero unica. Più epico e scorrevole dei precedenti, perde un pò di fascino per l'assenza degli intermezzi ambientali (voci e rumori) ma si dimostra ancora più melodico. Rockets Fall on Rocket Falls è una delle composizioni più emozionanti di sempre.

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