venerdì, dicembre 18, 2009

New Millennium: my 2001

Siamo alla fine del decennio, così raccolgo alcune idee e impressioni sui dischi che ritengo fondamentali e imprescindibili, tra quelli usciti negli anni 00.
Ancora molto devo approfondire e conoscere, questa è un'istantanea di fine 2009 di quello che, passando dal mio stereo, ha raggiunto finora il mio cervello e il mio cuore, e ha lasciato segni profondi.
(l'ordine di presentazione dei dischi è alfabetico...non è una classifica)
Anno 2001:

Radiohead - Amnesiac.
A differenza del gemello Kid A, Amnesiac non miscela perfettamente l’anima rock e quella elettronica dei Radiohead, risultando nel complesso meno originale, meno sconvolgente e meno bilanciato. Rimane comunque una strepitosa raccolta di canzoni, molte delle quali con diritto di entrare nell’ Olimpo della carriera del gruppo, dalla struggente Knives Out a Pyramid Songs, passando per You and Whose Army.


Neurosis - A Sun that Never Sets.
L'apocalisse si è abbattuta e ora non ci resta che contemplare il vuoto. I Neurosis "alleggeriscono" il carico di violenza per entrare in un universo di suoni nuovi. Folk apocalittico, industrial, psichedelia, post metal...tutto insieme per creare qualcosa di assolutamente unico e sconvolgentemente doloroso. Non è il primo capolavoro di questa band, che nel corso degli anni ha seguito un percorso personalissimo in anticipo su tutti


Opeth - Blackwater Park.
Il miglior disco della seconda stagione degli Opeth. Ogni nota al suo posto, nella sua perfezione formale Blackwater Park è il prog metal del nuovo millennio. Atmosfere nebbiose e sottilmente gotiche, arpeggi acustici di infinita bellezza, stacchi death metal opprimenti e inquientanti, un tocco prog innegabile. Capolavoro



Converge - Jane Doe.
L'hardcore maligno dei Converge trova in questo disco l'apice assoluto, e presto diventerà metro di paragone per tutti coloro desiderano suonare musica pesante in modo non convenzionale. Dalla furia hardcore alla violenza death metal passando per sfuriate rumoristiche, Jane Doe è un vero e proprio capolavoro di rabbia e dolore.


Breach - Kollapse.
L'hardcore si evolve e cambia forma. Negli anni 90 molti gruppi hc avevano intrapreso la strada della sperimentazione, ma è a cavallo del nuovo millennio che arriva la seconda ondata di furia acida. Kollapse è un disco epocale che dipinge scenari apocalittici. Un capolavoro di nervosismo e tensione, tra ferraglie industriali e arpeggi post rock.



Katatonia - Last Fair Deal Gone Down.
Evoluti dal doom degli esordi in una sorta di Cure metallici e nichilisti, i Katatonia creano un 'opera emotivamene toccante e assolutamente unica. Le melodie perennemente malinconiche, la voce ipnotica e stanca, l'artwork malato, tutto contribuisce a creare un'atmosfera di schifosa apatia, e (volutamente) esasperata perdita di speranza, energia e fiducia.



Tool - Lateralus. Dopo il successo dello stupendo Aenima i Tool diventano ancora più ambiziosi e costruiscono un'opera monumentale che suona unica per la sua capacità di fagocitare svariate influenze e amalgamarle in maniera mai vista. Lateralus è un percorso, un viaggio, un’esperienza. Un lungo e faticoso cammino, assolutamente inedito nell’attuale (e non solo) panorama artistico. Musica, immagini e parole si fondono e diventano un’unica entità, indissolubile. Un monolite grandioso con un messaggio preciso, da assorbire lentamente, fino ai nostri strati più profondi. Entrare dentro di noi, sfogliando i vari strati di coscienza, oltre la superficie, sempre più in profondità, lontani da quella che comunemente chiamiamo realtà. Molti artisti sperimentali con il gusto per il misticismo si erano spinti in territori così distanti (ma il concetto di distanza si può considerare superato) ma in pochi sono stati in grado di dipingere un “universo altro” con colori così brillanti.
Dream Theater - Live Scenes From New York.
Un disco live che fotografa il momento di gloria della band newyorkese, che nel corso degli anni 90 ha sconvolto il mondo del metal progressivo. Si parte dal recente passato, con l’esecuzione del capolavoro Scenes From a Memory, per poi proseguire con una carrellata di grandi canzoni, per un totale di 3 ore di musica, che odorano di greatest hits. Musicalmente suonato con precisione maniacale, mostra qualche cedimento sulla voce, ma questo non danneggia, anzi favorisce, il lato emotivo e sincero di una musica ipertecnica da molti considerata erroneamente puro esercizio di stile.
Porcupine Tree - Recordings.
Recordings è una raccolta di b-sides e canzoni inedite non inserite in Stupid Dream e Lightbulb Sun. La qualità delle composizioni è elevatissima, e stilisticamente queste Non si discostano troppo dei due dischi precedenti, ma l’atmosfera è ancora una volta diversa, più eterea e misteriosa. Una sorta di ultimo saluto al passato psichedelico della band, riletto nell’ottica delle ultime produzioni. Largo spazio è lasciato ai momenti strumentali, curatissimi negli arrangiamenti, ancor più sperimentali e particolari che nel recente passato, ma non mancano le classiche melodie sognanti. C’è una dolcezza che ondeggia tra le note, e una delicatezza nell’interpretazione vocale di Wilson, che probabilmente non avranno più occasione di ripresentarsi, in futuro. Note soffuse, echi di violoncello e contrabbasso, tappeti sonori mai invadenti ma sempre perfettamente bilanciati tra pieni e vuoti. Paesaggi sonori che pescano dal passato psichedelico della band e si combinano con le passioni sperimentali di Wilson, con una perizia tecnica incredibilmente elevata.
No-man - Returning Jesus.
Musica malinconica, dolce, dilatata. Nove ballate di pop delicato, ispirato a David Sylvian, U2, Talk Talk e Bark Psychosis. La caldissima ed enfatica voce di Tim Bowness si intreccia alla affascinante musica di Wilson. Arrangiamenti curatissimi ma mai esageratamente stratificati, che anzi contribuiscono ad amplificare lo spazio evocato dalle melodie. Un gioiello dimenticato


Fantomas - The Director's Cut.
Il disco più umano dei Fantomas è un’allucinante reinterpretazione di classiche colonne sonore. L’atmosfera è noir e misteriosa, e spesso sfocia nel metal più violento, il tutto attraverso la maestria dei membri di questo super gruppo, che si divertono a distruggere e ricostruire. Non c’è un attimo di tregua, e ci si diverte da matti, come sulle montagne russe.

1 commento:

Anonimo ha detto...
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