martedì, dicembre 22, 2009

New Millennium: my 2003

Siamo alla fine del decennio, così raccolgo alcune idee e impressioni sui dischi che ritengo fondamentali e imprescindibili, tra quelli usciti negli anni 00.
Ancora molto devo approfondire e conoscere, questa è un'istantanea di fine 2009 di quello che, passando dal mio stereo, ha raggiunto finora il mio cervello e il mio cuore, e ha lasciato segni profondi.
(l'ordine di presentazione dei dischi è alfabetico...non è una classifica)
Anno 2003

Massive Attack - 100th Window
Pur non essendo un grande conoscitore di trip-hop mi sento di poter affermare che questo disco notturno sia davvero meraviglioso. Anche se non ai livelli di Mezzanine, 100th Windows è un’affascinante istantanea di una città notturna e misteriosa, con le sue luci al neon e le strade deserte. Ritmi elettronici ipnotici e suoni sintetizzati glaciali che fanno correre brividi lungo la schiena. Splendido


Anathema - A Natural Disaster
Ok, questo disco non inventerà nulla. Gli Anathema non saranno mai i Pink Floyd, nè i Radiohead. Ma la loro rilettura del prog e del rock alternativo, con una sensibilità spiccatamente gotica e "metallara", rende questo disco davvero entusiasmante, e unico. E questo mi basta.
Il mio preferito della band, insieme a Judgment.



Yob - Catharsis
Un magma dall'incedere lentissimo che inesorabilmente sommerge tutto. Doom psichedelico ai massimi livelli. Due brani lunghissimi e pachidermici, bollenti come la lava. Al centro un brano più vicino allo stoner, mentre voci marce e catarrose si intrecciano ad uno stridulo degno di Ozzy in acido. Musica allucinata, valvolare, sudata e fumante.



Kayo Dot - Choirs of the Eye
Musica in continua evoluzione e mutamento, difficile ma melodicamente affascinante. Pretenziosa e snob, forse, ma anche delicata e poetica. E soprattutto, unica e innovativa. Canzoni che si avvolgono e contorgono in maniera assolutamente naturale, traendo spunto dalle influenze più disparate, ma senza mai dare il senso di copia-incolla. Tutto è scorrevole. Non facile, ma scorrevole ed emozionante. Progressive rock.


Opeth - Damnation
Un bellissimo disco acustico. Una giornata di novembre, avvolta nella nebbia. Un capolavoro degno dei migliori Pink Floyd. Affascinante






The Mars Volta - De-loused in the Comatorium
Dalle ceneri degli At the Drive In nasce questo interessantissimo progetto che nel disco d'esordio raggiunge il perfetto equilibrio tra prog ipercervellotico, psichedelia delirante, energia hardcore e improvvisazioni folli. Un'esplosione incontrollabile, che trae spunto dai funanboli del passato come King Crimson, Yes, Mahavishnu Orchestra e la miscela alla furia hardcore, elaborando la proposta in modo decisamente unico.


Nevermore - Enemies of Reality
Ancora un passo avanti per la band di Seattle. Nonostante questo disco venga spesso criticato per me è un gioiello di thrash moderno. Si sente l'influenza dei Meshuggah, nel disco più violento e cerebrale dei Nevermore. 40 minuti senza un attimo di respiro, tra atmosfere apocalittiche. Straordinari i Testi di Warrel Dane.



Radiohead - Hail to the Thief
Tornando leggermente indietro sui propri passi, i Radiohead compongono un disco più vicino al rock. Lungo e affascinante, Hail to the Thief è l’ennesima conferma, fatta di melodie depresse e atmosfere da fine del mondo.




Tomahawk - Mit Gas
Soltanto a leggere i nomi coinvolti si capisce il valore di questa band. Ma non siamo di fronte ad una semplice somma di Melvins, Jesus Lizard, Helmet e Faith No More. I 4 dell'apocalisse inventano un rock straordinariamente energico, ma anche melodico, guidato da una chitarra abrasiva e rumorosa che si innesta su una sezione ritmica trascinante. E poi c'è la voce di Mike Patton che, a mio parere, neanche nei Faith no More ha mai raggiunto questi livelli. Il rock.

Neurosis & Jarboe - Neurosis & Jarboe
Sono di parte. Jarboe è una delle voci femminili che preferisco. I Neurosis sono uno dei miei gruppi preferiti. Non riesco ad essere obiettivo. Per me questo abbinamento è una delle cose più inquietanti e spaventose che mi sia capitato di ascoltare, ma anche incredibilmente commovente. Poesia




[No copertina] Ornaments - Ornaments
Unica pubblicazione di questa straordinaria band italiana. Il loro post rock strumentale profondamente influenzato dalle ultime produzioni di Neurosis, Isis e Breach, risulta personalissimo oltre che incredibilmente emozionate. Per la serie “se fossero stati inglesi avrebbero fatto ben altra strada”. Senza campanilismo esagerato, questo è in assoluto uno dei dischi post-* più interessanti che abbia mai ascoltato.
Pelican - Pelican
Ep di esordio per i giovanissimi Pelican. Quattro canzoni di una pesantezza disarmante, ai limiti tra doom psichedelico e post hardcore di scuola Neurosis. Per certi versi perfino superiore dell’ottimo full length uscito lo stesso anno, Australasia.




The Gathering - Souvenirs
Dopo aver assorbito una dose ingente di Radiohead e trip hop, i Gathering tornano con un disco straordinario che non perde le atmosfere ipnotiche e crepuscolari del lavoro precedente, ma le rilegge attraverso un’ottica maggiormente moderna. Straordinaria prova vocale di Anneke, che raggiunge picchi emotivi inusitati in brani come Broken Glass e You Learn About It, dimostrandosi una delle migliori cantanti in circolazione, nonostante la scarsa fama al di là del ristretto cerchio di fans. Da brividi

King Crimson - The Power to Believe
Nel nuovo millennio il Re Cremisi si manifesta sotto forma di suoni pesanti, ai limiti del prog metal più sperimentale, e ad essi abbina soundscaspes atmosferici e contorti assoli di chitarra, con qualche sprazzo elettronico, ma soprattutto con una ricerca melodica sempre affascinante e mai banale. Il risultato è un meraviglioso disco di rock progressivo del futuro.


Khanate - Things Viral
Il disco più doloroso e inquietante che abbia mai ascoltato. Un'ulcera che ti sbrana da dentro, un tumore che appesantisce i pensieri. Dolore, lancinante. Musica per tossici all'ultimo stadio, oppure per gli amanti delle emozioni forti. Agli altri risulterà una semplice cascata di rumore, per me è un'opera d'arte


A Perfect Circle - Thirteenth Step
Un disco avvolgente e sensuale, dalle atmosfere sottilmente misteriose. Più atmosferico e intimo del precedente, sempre più vicino ai migliori Cure, questo è davvero un disco meravlioso ed emozionante come pochi altri.





Manes - Vilosophe
Per certi versi affini agli Ulver, i Manes confezionano un disco dalle atmosfere scure ma mai disperate. Un lavoro incredibilmente affascinante, che trova pochi uguali nel mix riuscitissimo di trip hop elettronico, rock alternativo e atmosfere gotiche. Un disco anche beffardo e ironico, non saprei come definirlo. Fatto sta che la voce del cantante, nonostante non sia animalesca o particolarmente strana, mi mette davvero i brividi.

Katatonia - Viva Emptiness
Più immediati e d’impatto, gli svedesi creano un disco memorabile che riesce ad abbinare perfettamente l’oscurità metropolitana con un’energia straripante. Una batteria in perpetuo movimento, suoni di chitarra maggiormente compressi e melodie vocali strabilianti non indeboliscono, ma anzi arricchiscono, le classiche atmosfere plumbee della musica della band.

2 commenti:

Krishel ha detto...

Non penso che quello di Hail to the thief lo si possa chiamare "un passo indietro". L'ho sempre visto come un voler riappropriarsi di sonorità che sono sempre state di loro dominio. Un voler dire: "abbiamo sperimentato finora alla ricerca di qualcosa che ci rendesse unici. Adesso dimostriamo come le band che ci imitano, o che si ispirano a noi, non potranno essere mai.

Riccardo Tognini ha detto...

Con passo indietro non intendevo dal punto di vista qualitativo, ma un ritorno a certe sonorità che i Radiohead avevano già affrontato in passato