La tecnologia 3D diventerà il futuro del cinema o rimarrà un divertente ma sterile giocattolo? Avatar, film più pompato del momento, si propone come rivoluzione del mondo cinematografico, non resta che raccogliere la sfida e immergersi in quasi tre ore di proiezioni tridimensionali. Visivamente il film colpisce perchè riesce ad abbinare un'elevata spettacolarità a un ottima sensibilità nella cura delle immagini, anche se la sovrabbonadanza di computer grafica rende ai miei occhi il lavoro piuttosto stucchevole. Non c'è la follia dai sapori psichedelici e dark di Coraline, nè l'onirica nostalgia di Up, purtroppo. Alcune scene sono davvero affascinanti, ma ci sono anche alcune ambientazioni pacchiane e troppo plastificate per trasmettere la poesia e la delicatezza delle ambientazioni fantasy. Al di là delle immagini, il film è banale e già visto, e gioca a criticare la politica americana degli ultimi anni, e più in generale l'uomo occidentale degli ultimi secoli, e il suo folle rapporto con se stesso, e con gli equilibri naturali. Alcuni richiami ad una filosofia di stampo orientale sollevano un pò il film, ma l'approfondimento non è certo la caratteristica di Avatar, che scorre sempre sul binario dell'immediatezza (o della banalità?!). Creato ad uso e consumo del popolo americano, il film è americano fino al midollo (con tutti i suoi pro e contro, a seconda dei gusti) e sembra quasi una rappresentazione della svolta (?!) politica ad opera di Obama. Non si scappa dal sogno americano, insomma.
Visivamente promosso, anche se le vere potenzialità della tecnologia 3D si misureranno su film un pò più misurati.
Visivamente promosso, anche se le vere potenzialità della tecnologia 3D si misureranno su film un pò più misurati.
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