sabato, febbraio 20, 2010

Concerto Ulver


Il tour degli Ulver è sicuramente un evento. Per la prima volta dal vivo, la band di Garm mette a repentaglio la sua fama di band di culto. Ma il coraggio e la voglia di osare non mancano a questi norvegesi, capaci di rivoluzionare la propria musica svariate volte, senza mai abbassare il livello qualitativo. Le aspettative sono molto alte, ma c'è anche la consapevolezza che sarà impossbile riprodurre dal vivo una musica complessa e ricercata come quella degli Ulver, non concepita per essere vissuta live. Il Teatro Rasi di Ravenna è esaurito, l'atmosfera è quella del grande evento. Assaporiamo seduti lo spettacolo. Il pubblico si dimostra fin da subito rispettoso e silenzioso, quasi in religiosa ammirazione. Attila Csihar, con il suo pregetto Void ov Voices, apre il concerto. Mezzora di voci che si accavallano e si rincorrono, ipnotiche, ossessive, degne dei Sunn O))) più sepolcrali. Drone vocali, cantilene funebri e cori inquietanti, guidate da una voce calda e particolarissima, per una messa nera di grandissimo impatto. E' poi il turno di Garm e soci.
Un'ora e venti di grandissima musica, che ripercorre gli ultimi anni di carriera della band, con una presenza massiccia dei brani degli ultimi 3 album, più alcune sparse schegge tratte dai loro ep. L'apertura con Eos è struggente ed emozionante, i filmati alle spalle della band intensificano le sensazioni trasmesse dalla musica, e risultano affascinanti, e a tratti davvero disturbanti. In certi momenti la musica si fà apocalittica richiamando i migliori Coil e le immagini di periodo nazista sono un pugno nello stomaco. L'intensità non cala , la band suona bene e non ha paura a reinterpretare alcuni brani. Musica elettronica, metal d'avanguardia, trip hop, noise, sia quel che sia, questa è ottima musica. I suoni sono molto buoni nonostante in alcuni frangenti i bassi dei synth saturino troppo l'ambiente, e alcuni volumi risultino sballati e contribuiscano a rendere surreale la reinterpretazione di alcuni brani. Ma in definitiva il risultato è buono, a tratti (soprattutto nei brani più scarni di Shadows of the Sun) davvero grandioso. La voce di Garm è caldissima, profonda, intensa, e sulle note basse fa letteralmente venire i brividi, mentre sulle note alte non si dimostra sempre perfetta. L'esecuzione di For the Love of God risente di una prova vocale non convincente, ma per il resto i risultati sono molto buoni, a tratti strepitosi. I brani di Blood Inside risentono un pò dei nuovi arrangiamenti rock, mentre quelli di Shadows of the Sun si dimostrano a dir poco splendidi. Hallways of Always è straordinaria, così come la conclusiva Like Music, seguita dalla struggente coda di pianoforte. Emozionanti, mai banali, sempre ricercati e sofisticati, gli Ulver si confermano una delle migliori band degli ultimi anni, anche dal vivo. In definitiva uno splendido concerto, che per ovvi motivi, in certi frangenti, si è dovuto basare sulla reinterpretazione in chiave maggiormente rock dei brani, spiazzando un pò all'inizio, ma dimostrandosi poi riuscitissimo. Alcuni momenti, a dir poco sublimi, da soli bastano per considerare questo concerto un evento assolutamente fantastico e irripetibile.

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