Sono passati più di 35 anni dal trittico Larks' Tongues in Aspic, Starless and Bible Black, Red, e non so cosa aspettarmi dal violinista che ha contribuito ha rendere storico il nome dei King Crimson, con la sua eleganza melodica, ma anche con i suoi deraglianti deliri rumorosi. Rimango sorpreso quindi di trovarmi di fronte una band di metal progressivo, con suoni compressi e potenti, batteria martellante e passaggi di doppia cassa, assoli alla velocità della luce. La sorpresa è positiva. Le canzoni hanno grande groove e melodicamente sono ineccepibili e coinvolgenti. Niente di originalissimo ma comunque molto efficace, suonato ovviamente in modo divino, ma mai freddo o distaccato, nè eccessivo. Il violino di Cross si innesta benissimo in questa matrice musicale, che comunque prende a piene mani anche dagli anni 70 crimsoniani, alternando momenti melodici di grande atmosfera, passaggi nervosi, e sfuriate metal. Dimostrazione dell'incredibile apertura mentale di questo ultra sessantenne, che continua a divertirsi sul palco, e a creare inusuali melodie. C'è tempo anche per una versione stravolta di Exiles, davvero riuscita nel suo alternare un intro degno degli Ozric Tentacles e alcuni passaggi che ricordano molto i Pink Floyd. Le canzoni della band convincono, soprattutto negli ottimi intrecci chitarra-violino, ma il compito di chiudere lo show è affidato all'immortale Starless, suonata piuttosto simile all'originale, anche se "metallizzata" e "squadrata" in alcuni passaggi. Risultato emozionante e convincente, per una delle canzoni migliori di tutti i tempi (senza esagerare!). Il bis è affidato ad una versione stravolta e decisamente metal di 21st Century Schizoid Man, carina ma a mio parere non eccelsa come le precedenti rivisitazioni proposte, oltre che non legata al periodo che Cross ha trascorso nella band di Fripp. E' comunque una chicca per i fans della band inglese (chissà se avranno apprezzato così tanto metallo?! Mah...dubito...) che ha segnato la storia del rock. Grande concerto
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