Nella splendida cornice di Piazza Duomo, a Pistoia, gli Anathema mostrano come il punto di forza si trovi nell’intensità emotiva e nel trasporto passionale. Romantici e delicatamente malinconici, convincono anche con i brani dell’ultimo disco, più solare e carico di speranza. Anche Angels walk Among Us assume una nuova energia, abbandonando il sapore esageratamente zuccheroso che talvolta colora l’ultimo album. I suoni sono i grandi nemici della band, che soprattutto nella sperimentale Closer, non riesce a mettere a fuoco la proposta, che risulta invece di folgorante bellezza in A Simple Mistake e Flying, vere e proprie perle del concerto, emotivamente coinvolgenti così come la splendida Universal . Chiude le danze la classica e trascinante Fragile Dreams.
I Porcupine Tree sono precisi e professionali, con suoni curati al millimetro (nonostante qualche inevitabile sbavatura, tipica dei festival) e proiezioni allucinate ad amplificare l’effetto della musica. La scaletta è incentrata sull’ultimo concept album, e risulta quasi una rivisitazione di quella proposta nell’ultimo tour. Brani rocciosi e poderosi (Bonnie the Cat) si alternano a momenti romantici e malinconici, quasi soffusi (Kneel and Disconnect). Time Flies, è un vortice di emozioni, soprattutto nell’assolo centrale. Blackest Eyes, con la sua carica d’adrenalina, ed Hatesong, impreziosita da assoli mai banali, risultano adattissime al contesto di un festival, senza per questo mai sacrificare l’atmosfera tanto cara alla band, che con Dark Matter dipinge un quadro chiaro-scuro, dal sapore misterioso, che perfettamente si sposa con la splendida Piazza Duomo. Anesthetize (eseguita solo in parte, in abbinamento alla pinkfloydiana Russia on Ice) è il pezzo più trascinante di un concerto riuscitissimo, che si conclude sulle note della classica Trains.
I Porcupine Tree sono precisi e professionali, con suoni curati al millimetro (nonostante qualche inevitabile sbavatura, tipica dei festival) e proiezioni allucinate ad amplificare l’effetto della musica. La scaletta è incentrata sull’ultimo concept album, e risulta quasi una rivisitazione di quella proposta nell’ultimo tour. Brani rocciosi e poderosi (Bonnie the Cat) si alternano a momenti romantici e malinconici, quasi soffusi (Kneel and Disconnect). Time Flies, è un vortice di emozioni, soprattutto nell’assolo centrale. Blackest Eyes, con la sua carica d’adrenalina, ed Hatesong, impreziosita da assoli mai banali, risultano adattissime al contesto di un festival, senza per questo mai sacrificare l’atmosfera tanto cara alla band, che con Dark Matter dipinge un quadro chiaro-scuro, dal sapore misterioso, che perfettamente si sposa con la splendida Piazza Duomo. Anesthetize (eseguita solo in parte, in abbinamento alla pinkfloydiana Russia on Ice) è il pezzo più trascinante di un concerto riuscitissimo, che si conclude sulle note della classica Trains.
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